La provincia di Ragusa è una delle più visitate della Sicilia.
Un angolo di Sicilia che ha avuto la sua ribalta mediatica grazie alla fortunata fiction “il Commissario Montalbano”.
Il barocco ibleo è una delle maggiori attrazioni turistiche del territorio: città come Ragusa, Modica e Scicli, sono oggi patrimoni riconosciuti dall’Unesco. Ma la provincia di Ragusa non è solo Barocco, visitarla vuol dire ritrovare la Sicilia più genuina: infiniti muretti a secco, balle di fieno ammassate nei campi e un tratto di cosata meraviglioso, dove la natura selvaggia si fa spazio tra spiagge di sabbia finissima e mare dalle acque cristalline. E ancora, enogastronomia, vestigia greche, e le cave dei canyon siciliani dove avventurarsi in percorsi di trekking.
E ovviamente i luoghi di Montalbano: la terrazza di Punta Secca, la fornace Penna sulla scogliera del Pisciotto a Scicli, il Castello di Donnafugata, dimora nobiliare dell’ottocento situata nel comune di Ragusa.
Dal b&b Giardinello, volgendo lo sguardo verso gli iblei, svetta imponente sulla collina di Canicarao, la Pagoda buddista del monaco Morishita.
Questa è una storia che val la pena raccontare perché legata a un periodo preciso della storia italiana che si colloca agli inizi degli anni 80, allorquando in piena Guerra Fredda, la Nato collocava 112 missili nucleari di media gittata, i Cruise, nell’area che oggi ospita l’aeroporto di Comiso.
Il 4 aprile del 1982 in quasi centomila, guidati da Pio La Torre, attraversano una vecchia strada provinciale e arrivano lì dove i missili stanno per prendere il posto di quello che in passato era stato un aeroporto civile, con l’unico obiettivo di dire no alla costruzione di quella base.
Nel giro di poco tempo, l’onda di protesta supera lo stretto di Messina per raggiungere le più importanti piazze italiane, valicando anche i confini nazionali e portando nella nostra isola sempre più pacifisti provenienti da tutto il mondo.
Tra loro anche Gyosho Morishita, un monaco buddista che arriva a Comiso proprio sulla scia di quelle marce e che decide, anche dopo la fine della Guerra Fredda e lo smantellamento della base, di rimanere in Sicilia per edificare, proprio davanti all’aeroporto, l’ottantesima “Pagoda della pace” nel mondo.
Oggi, a distanza di anni, Morishita è ancora li ad accogliere i visitatori nella preghiera rituale dell’alba o del pomeriggio, accompagnato dal suono del tamburello che scandisce il mantra “Namu myo ho ren ge kyo”.
Istituita nel 1999 per volontà del Comune di Comiso e della vedova dello scrittore, Giovanna Leggio Bufalino, si trova a Comiso, in piazza delle Erbe, nel complesso monumentale dell’antico Mercato Casmeneo (1867). Luogo caro allo stesso Bufalino che quotidianamente vi trascorreva alcune ore passeggiando e conversando con gli amici sotto l’elegante loggiato, rappresenta oggi lo spazio ideale per ospitare un’istituzione dedicata alla memoria letteraria di un grande scrittore.
Nei suoi locali la Fondazione conserva il “Fondo Gesualdo Bufalino”. Il Fondo è costituito dalla biblioteca privata dello scrittore, un patrimonio librario di circa 10.000 volumi e dal corpus completo delle sue opere, da una videoteca e una preziosa collezione di dischi che testimoniano i molteplici interessi culturali coltivati da Bufalino. La parte più significativa della biblioteca è costituita dalla sezione letteraria, con particolare riferimento ai testi di letteratura italiana e straniera. Alcuni di questi libri contengono tracce di lettura dello scrittore: postille, note manoscritte, sottolineature, note di possesso. Particolare rilievo assumono le “carte d’autore”, che comprendono le varie stesure dattiloscritte originali, con correzioni autografe. Nel Fondo si conserva anche la corrispondenza di cui lo stesso Bufalino è stato destinatario. Un’ultima e significativa sezione della biblioteca riguarda la sua fortuna critica, italiana e straniera, le interviste, le collaborazioni giornalistiche.